22 giugno 2011

L A M U S I C A

La musica è l’arte dei suoni. Il suono è l’elemento indispensabile della Musica.
Esso si produce mettendo in vibrazioni dei corpi che possono essere di vario tipo: metallici.
legnosi, elastici e di qualsiasi altro tipo conosciuto. Anche la plastica e l’erba producono dei suoni.
Altrettanto le viscere degli animali.
Il vento si diverte a far vibrare i fili della luce e le pietre aguzze.
Come gli uccelli la loro ugola.
La genialità dell’uomo ha creato degli strumenti sofisticatissimi,
che ben rispondono alle esigenze musicali dei vari artisti.
Il pentagramma e le note con le pause fanno parte dei mezzi espressivi dei vari geni musicali.
Anche i computer ultimamente hanno dato il proprio sofisticatissimo contributo.
Questa introduzione è preludio dell’invito ai musicisti,
e agli appassionati di Musica di qualsiasi tipo, di collaborare all’iniziativa del nostro notiziario
LA “DISCUSSIONE”
per promuovere tutte le arti che noi, della redazione, riteniamo sorelle della Poesia.
Per questo vi invitiamo a leggere bene i blog:

21 giugno 2011

Il mio ultimo libro è un
OMAGGIO A GIACOMO LEOPARDI
(1960- 2011)
P o e M ì e

Premessa.
Omaggio a Giacomo Leopardi è un itinerario poetico diviso in due parti. A Giacomo, è dedicata la prima parte , che vuol sintetizzare l’amore e la stima per Lui che hanno moltissimi estimatori del mondo. La seconda parte, Sintetica Silloge, è il percorso espressivo e spirituale di un arco di tempo che ha inizio nella mia adolescenza e finisce con la data dell’ultimo testo della raccolta. Il primo testo “Il Sasso” è il frutto tipico di chi si accosta alla Poesia con animo sincero ed impreparato, culturalmente, per “capire i grandi” della letteratura poetica. Gli altri testi che si susseguono, in ordine cronologico, faciliteranno il lettore attento a capire lo stato d’animo, (di volta in volta, testo per testo ) con il quale sono stati scritti. È importante che il lettore intuisca il sentimento che essi esprimono e non la forma, l’appartenenza ad una scuola, o ad un gruppo di poeti, tanto per essergli vicini, per opportunità, a chi gode di temporanea notorietà o fama.
La Poesia, quando è tale, non sempre si lascia imprigionare in recinti di forma, di tecnica o di stile o altro. Quanto sopra non vuol dire disprezzo per la metrica o per tutto quello che necessita per dare dignità letteraria ad un testo, che per comodità chiamiamo poetico. Se un testo ha la dignità di Poesia lo decide la sensibilità del lettore…e nessun altro. La Poesia per sua natura è indefinibile, quindi personale: propria…intima…spesso il lettore va oltre a ciò che ha scritto l’autore. Ecco perché L’itinerario poetico è l’arco di una vita, è l’essenza di un autore che ha dato la precedenza alla poeMia del proprio Io piuttosto che alla retorica dei critici…anche quando ne hanno apprezzato l’operato con riconoscimenti ufficiali. 
I testi sono tratti da 3 libri: L’ESPRESSIONE DELL’ANIMA, FRA LAMIERE AGUZZE e FRUTTI PER VOI PICCOLI.  Che comunemente si definiscono editi. Altri sono stati pubblicati da riviste varie con una tiratura da un minimo di cinquemila ad oltre le quindicimila copie. Quest’ultime a buon diritto si possono definire edite come quelle inserite nelle antologie note e meno note e nei VARI SITI INTERNET.
Quanto sopra vuole essere soltanto una nota per facilitare il lettore e avvicinare “gli incerti” al mondo della poesia.
L’autore
                          Pioltello Ottobre 2010
L’INFINITO
                Di Giacomo Leopardi
                                

Traduzione, incompiuta ,in dialetto siciliano.
              ( Da Poesie in dialetto)
Sempri caru mi fu ‘stu colli sulu
e stu limmitu, ca di tanta parti
di l’urtimu orizzonti a vista leva.
Ma assittannumi e guardannnu… infiniti
spazzi ddabbanna didda, e spirituali
silenzii, e funnutissima cuieti
nu pinsiari mi fingiu; unni pi picca
lu cori nun si scanta. E cuamu u viantu
siantu sciusciari tra  ‘sti chianti, ìia chiddu
infinitu silenziu a chista vuci
vaiu aguagliannu: e ricuardu l’eternu,
e li muarti stasciuni, e la prisenti
e viva e lu suanu d’idda, accussì
tra chista immensità lu ma pinsiari
s’annega…e l’affunnari ducilmenti
mi piaci ni stu rannissimu mari.
                                          Gennaio 1999
Questo testo è catalogato presso IL CENTRO STUDI LEOPARDIANI di Recanati.


7 giugno 2011

L a“d i s c u s s i o n e”
Poetica onestà
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N. ZERO      C o n d i v i d e r e   -   d i v i d e r e   con. . .     Maggio 2011
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LA POESIA. E’ COME L’ARIA, SI TROVA OVUNQUE...“PER CHI SA VEDERE”
Ognuno di noi ha bisogno di comunicare… la solitudine è uno dei mali peggiori dell’esistenza umana. Credere nell’uomo significa credere in se stessi , con tutti i rischi della convivenza. Non sappiamo perché siamo e ci siamo in questo mistero della vita. Due sono le certezze:
l’essere e il morire. 
                                                                                              .............................

4 giugno 2011

LA GATTA VA A MESSA

LA GATTA CHE VA A MESSA
(Muscidda e la za Sarafina)
Di
                                                     Calogero Di Giuseppe
Muscidda era una gatta molto ma molto disubbidiente... ma affezionatissima e gli piaceva fare compagnia alla padrona ovunque. Tutti e due abitavano via Militello, la via che divide due parrocchie: a nord La Madrice (san Ludovico) e a sud, i numeri dispari, San Giovanni Battista.
 Però la Patrona di Mussomeli era ed è venerata nel santuario dedicato alla Madonna dei Miracoli. Si sa che quando si ha una certa età, acchianari e scinniri iè faticusu, (salire e scendere è faticoso) e salire sino alla Madrice non era molto conveniente. Tanto meno conveniva andare a messa a San Giovanni un poco più giù. La gatta Muscidda, anche se anziana, problemi del genere non ne aveva: iera frisca e arripusata sempri. Questi erano problemi dei padroni. Quindi se ne stava tranquilla, ”cuamu ‘na pasqua”. sA la Za Sarafina a Vasciddara, invece,  (Moglie du ‘zì Filippo, quello che suonava i piatti nella banda del paese), gli piaceva andare a messa alla Madonna, quando poteva, festa e non festa , piano piano andava e adasciu adasciu veniva. Però non era sola quando era sola”. Perché? Ve lo spiego: quando andava in compagnia delle amiche a Messa... chiacchierando chiacchierando tutto andava liscio... nessuno sapeva di chi era la gatta che li seguiva. Quando andava da sola c’era qualche problema... eccolo: mentre pregava si sentiva “tuppiari ‘ncapu la spadda (bussare sulla spalla) e girandosi si sentiva: “Sarafì di chi iè quella gatta?” – Quali Gatta? -“Chissa chi dormi sutta a seggia”- Chista? E cu sapi? Non è mia!
- E di chi è – Chiediglielo... macari a Madonna la fa parlare. A me sembra la tua, si intromise un’altra donna. – Serafina si gira verso la prima e le dice: “Giovannina ti sei portata l’avvocatessa?... fatemi pregare in pace"... -Sì- rispose Giovannina- tranquilla come la tua gatta... che mentre dorme, o fa finta pensa a u surci, (pensa al topo).
Naturalmente c’era chi cercava di portare fuori la gatta ma non ci riusciva. Muscidda dimenticandosi di essere vecchia scappava. L’unica che poteva portarla fuori, naturalmente era Serafina... ma farlo significava ammettere che la gatta era sua. Ma ormai lo sapevano sia i paesani che i forestieri. Un Cristianu spiritusu dissi: meno male che i gatti non hanno scarponi chiodati se no in questo momento chissà che calpestio in chiesa.
Il reggente del Santuario di allora fece chiamare Serafina e le chiese: “E’ vero che viene a essa con la gatta? – Io veramente ci vengo da sola e qualche volta con le male lingue che mi distraggono chiacchierando e non mi giro indietro se non mi chiamano. Lei lo sa che i gatti non hanno padroni. Se glielo vuol dire lei a Muscidda di non venire più a messa la chiama e glielo dice. Magari a Lei ubbidisce...  Sa talè chi ci dicu (ascolti cosa le dico)... invece di parlare con me chiami quelle pettegole e le confessi: quelle son capaci di farsi la comunione senza confessarsi.
Questo si raccontava in giro allora, e così scrivo oggi per i lettori.
Pioltello 1° Giugno 2011.


2 giugno 2011

ULISSE HA FAME

H U L I S S E   H A    F A M E
ARRIVERANNO A LAMPEDUSA?
Nessuno sa quanti scheletri ci sono sparsi nel deserto... né quanti uomini ha inghiottito il mare.
Né le umiliazioni e le sofferenze che hanno subito tutti gli emigranti... Vi chiedo soltanto un po’
di pietà per questi disperati carpiti alle famiglie... da “moderni negrieri”      Calogero.


VIVA L'ITALIA REPUBBLICANA

LA “DISCUSSIONE “ quotidiana.

FESTA DELL’ UNITÀ D’ITALIA
FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Viva il nostro presidente
 GIORGIO NAPOLITANO
VIVA L’ITALIA
Noi italiani abbiamo la migliore COSTITUZIONE del mondo. Non esiste un altro Paese più garantista del nostro. Abbiamo il “privilegio” di vivere in una REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO, che Uomini di ogni partito e di ogni credo religioso, il 22 Dicembre 1947 in un storica seduta, dopo varie discussioni hanno decretato la nostra Repubblica. Purtroppo, dopo quei grandi Statisti alla guida del governo, nel tempo, si sono succeduti dei nani, quando non dei veri approfittatori o ladri di professione. A tal punto da ridurre l’Italia dalla quinta potenza mondiale allo sfacelo sociale. Oggi molti industriali (e finanzieri senza scrupoli) hanno tre o quattro nazionalità e moltissimi capitali e fabbriche all’estero. Sicché i veri Italiani dalla borghesia in giù, con alcune categorie di militari, sono rimasti poveri e senza lavoro. A quelli rimasti in Patria ci conviene stringerci sotto la nostra bandiera per migliorare il nostro essere italiani. Cioè abitanti del più bel Paese del mondo e tra i più colti e civili del pianeta.
                                                                            Pioltello 2 Giugno 2011

1 giugno 2011

IL VENDITORE DI STELLE (Di Dario Pericolosi)

IL VENDITORE DI STELLE
Il venditore di stelle è un significativo racconto di Dario Pericolosi che si ispira all’attualità. Descrive un “fatto” che può capitare a chiunque... e riguarda la nostra Costituzione repubblicana. L’Assemblea Costituente nella seduta del 22 Dicembre 1947 ha approvato la Costituzione della Repubblica Italiana. Il primo articolo dei “Principi fondamentali” così è espresso: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". La sovranità appartiene al ... popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.  
La nostra Costituzione è talmente democratica che permette a chiunque di governare i cittadini italiani. Anche ai malfattori di qualunque genere. A tal punto di permettere a certi finanzieri di speculare sul lavoro degli altri e di toglierglielo quando e come gli pare. È il caso di Ettore (protagonista del racconto) professionista cinquantenne che a fine di una normalissima giornata è stato licenziato senza nessun preavviso. Con una cerimonia di funesto sapore al lavoratore le viene “imposto di firmare l’atto finale della sua attività”. Il padrone con i suoi leccapiedi, in blu scuro a righe, si aspettano implorazioni e sgomento dal lavoratore... Ettore invece, pur stordito dall’avvenimento, con flemma encomiabile firma e se ne va’, salutando i mascalzoni, lasciando la scia della propria dignità di uomo, democratico e libero. Dopo trent’anni di lavoro ora si trova a contare le stelle. La situazione attuale non gli consente di sperare per un prossimo impiego. Ma Ettore non molla... sa che prima o poi sarà Primavera. Questo veritiero racconto dovrebbe far riflettere e meditare parecchio chi lavora negli uffici pubblici statali e non, che quando sono dietro le loro scrivanie si sentono intoccabili e trattano i cittadini con sufficienza e senza alcun rispetto. Se questi signori perdono il lavoro diventano un nulla... cioè quello che sono.
L’autore, con questo racconto, ha sollevato con molta bravura un problema sociale, non solo economico ma anche morale e civile.
                                                  Calogero Di Giuseppe

Pioltello1 Giugno 2011
                                                                   

VERSO LAMPEDUSA

V E R S O L A M P E D U S A

Calogero Di Giuseppe

Donare se stessi ... è questo che dovrebbero fare tutti i Poeti.

Soprattutto amare tutto e tutti. Non bisogna essere per forza santi... ma essere coerenti con la sensibilità della “espressione dell’anima”, chiamata Poesia.

Non si può essere poeti e infischiarsene del prossimo.

Migliaia di disperati scappano verso il mare per la Libertà e la trovano nei fondali del mare...

o prima ancora nell’arsura dei deserti.

Questo mi suggerisce la poesia della sensibile amica

Luisa Colnaghi.
..............
Arrivati alla spiaggia
lacerati nel corpo
con l'animo vuoto
sono sfuggiti alla tempesta
la lingua straniera
tradita nel ricordo
… fame, freddo
del tempo coloniale
scaldati al fuoco di Dio
dividiamo il nostro pane
Sanfrancesco ha donato
veste e mantello
ha parlato al lupo
.....
27 maggio 2011Luisa Colnaghi


L'ITALIA S'E' DESTA



L’ITALIA SE DESTA





DAL 13 Giugno scorso il “Tricolore” della nostra Bandiera è più pulito. Splende di più. Si è liberato dal grigiore in cui l’avevano infangato alcuni cittadini italiani. I veri italiani non sono un popolo di ladri o puttanieri. È naturale che in una nazione vi siano delle minoranze di farabutti e degli avanzi di galera che, spesso, sopprimono i bisogni dei cittadini esemplari.



ORA L’ITALIA S’È DESTA ...



lo dimostrano gli ultimi tre eventi elettorali democratici. Finalmente l’Italia ha riscattato il proprio onore con un Nuovissimo Risorgimento Italiano". La spazzatura è ancora al potere: diamoci da fare con una scopa nuova.



Vigiliamo e non fidiamoci di nessuno.



Calogero





AUTORI OSPITI

Pioltello, Via George Bizet, Musicista

I GRANDI UOMINI

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PEPPINO IMPASTATO

Giuseppe Impastato è uno dei grandi eroi sacrificatosi per la dignità della Sicilia e per riscattare la dignità di ogni uomo degno di tale nome. Ha lottato contro la mafia di cui “il padre ne era componente”. La verde città di Pioltello gli ha dedicato uno dei suoi grandi giardini pubblici per bambini, in via George Bizet proprio davanti ai plessi delle scuole elementari e medie. Nel cippo che lo ricorda si può leggere una delle sue poesie sottoscritta.

Lunga è la notte

e senza tempo.

Il cielo gonfio di pioggia

non consente agli occhi

di vedere le stelle.

Non sarà il gelido vento

a riportare la luce

né il canto del gallo,

né il pianto di un bimbo.

Troppo lunga è la notte

senza tempo

infinita.

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Ai prepotenti d’Italia, “Poetica Onestà” ricorda che sono ad un passo dalla morte: fisica e morale.

Neanche i vermi potranno sopportare la loro anima puzzolente.

Calogero