23 maggio 2012

CARLO PORTA

I GRANDI POETI DIALETTALI

CARLO PORTA
“LA DISCUSSIONE” continua a presentare ai propri lettori, dopo Ignazio Buttitta e Trilussa i grandi Poeti dialettali italiani. La redazione vuole soltanto sollecitare alla ricerca...  per far conoscere, lasciando al lettore il piacere della “scoperta” della bellezza del dialetto di qualunque Regione, Provincia o paesino che esso sia. Carlo Porta era un poeta Milanese originale e popolarissimo per cui il suo monumento bronzeo di Ivo Soli è stato collocato sull’erba della piazzetta del Verzee in Milano. Carlo Porta (Milano, 15 giugno 1775Milano, 5 gennaio 1821) è stato un poeta italiano, nato nel Ducato di Milano. È considerato il maggior poeta in milanese, varietà della lingua lombarda occidentale. Annoverato tra le così dette "quattro coroncine"[senza fonte], con Giovanni Meli, Carlo Goldoni, Giuseppe Gioachino Belli (da affiancare alle "tre corone" di Dante, Petrarca e Boccaccio), Carlo Porta era figlio di Giuseppe e Violante Gottieri, studiò dai Barnabiti a Monza e nel loro Collegio estivo di Muggiò (Edificio scomparso nel 1890 per lasciare posto alla Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo) fino al 1792 e poi al Seminario di Milano. Nel 1796 l'arrivo dei Francesi fece perdere il posto al padre e per Carlo venne trovato un lavoro a Venezia, dove abitava un fratello e dove restò fino al 1799. Dal 1804 alla morte, il Porta ebbe un lavoro di impiegato statale che mantenne sotto i Francesi e sotto gli Austriaci. Nel 1806 sposò Vincenza Prevosti. Stendhal lo conobbe insieme agli altri letterati milanesi del tempo e, in Roma, Napoli, Firenze, loda infinitamente le sue poesie e cita i suoi versi, pur lamentando che nessuno li capisca a dieci miglia da Milano. Statua di Carlo Porta, al Verzee di Milano (Ivo Soli, bronzo, 1966).  (Dal web wikipedia)
El cavadent
Ma saal, sur rima in lella, che a dì pocch
el meritta da vess casciaa in galera?
Asen fottuu, ch'el vaga strappà i sciocch
e minga a strappà i dent in sta manera.
Per cavamm on dent guast, tramm tutta in tocch
la gengiva e on bon quart de restelléra?
Ah sur Lella! ona porca de tarocch
pesc de lu no la gh'è propri davvera.
Soo che parland di strappadent in massa
se diseva ona voeulta che costor
o che strappen el dent o la ganassa;
ma lu, sur Lella, per no avegh la flemma
de fà vuna di dò come fan lor,
el strappa la ganassa e i dent insemma.
TRADUZIONE
Il cavadenti
Ma lo sa, signor rima in lella, che a dir poco
merita di essere cacciato in galera?
Asino fottuto, che vada a strappare i ciocchi
e mica a strappare i denti in questa maniera.
Per cavarmi un dente guasto, ridurmi tutta in pezzi
la gengiva e un buon quarto di rastrelliera?
Ah signor Lella! Un porcaccione
peggio di lei non c'è proprio davvero.
So che parlando degli strappadenti in massa
si diceva una volta che costoro
o che strappano il dente o la ganascia;
ma lei, signor Lella, per non aver la flemma
di fare una delle due (cose) come fan loro,
strappa la ganascia e i denti insieme.
Sont nassuu...
Sont nassuu sott à Sant Bartolamee
in del milla e sett cent settantases
al mezz dì del dì quindes de quel mes
ch'el sô el riva a quel pont ch'el volta indree.
Per quell che soo da Isepp el carrocee
ch'el gh'avarà i so settant'agn bon pes
soo che finna al messee de mè messee
l'eva anch lù come mì bon milanes.
Per fagh a on besogn toccà con man
che no poss...
Sono nato...
Sono nato sotto San Bartolomeo
nel mille e settecento settantasei
a mezzogiorno del giorno quindici di quel mese
in cui il sole arriva al punto che torna indietro.
Per quello che so da Giuseppe il cocchiere
che avrà i suoi settant'anni abbondanti
so che fino al nonno di mio nonno
era anche lui come me buon milanese.
Per fargli al bisogno toccare con mano
che non poss...

VERSO LAMPEDUSA

V E R S O L A M P E D U S A

Calogero Di Giuseppe

Donare se stessi ... è questo che dovrebbero fare tutti i Poeti.

Soprattutto amare tutto e tutti. Non bisogna essere per forza santi... ma essere coerenti con la sensibilità della “espressione dell’anima”, chiamata Poesia.

Non si può essere poeti e infischiarsene del prossimo.

Migliaia di disperati scappano verso il mare per la Libertà e la trovano nei fondali del mare...

o prima ancora nell’arsura dei deserti.

Questo mi suggerisce la poesia della sensibile amica

Luisa Colnaghi.
..............
Arrivati alla spiaggia
lacerati nel corpo
con l'animo vuoto
sono sfuggiti alla tempesta
la lingua straniera
tradita nel ricordo
… fame, freddo
del tempo coloniale
scaldati al fuoco di Dio
dividiamo il nostro pane
Sanfrancesco ha donato
veste e mantello
ha parlato al lupo
.....
27 maggio 2011Luisa Colnaghi


L'ITALIA S'E' DESTA



L’ITALIA SE DESTA





DAL 13 Giugno scorso il “Tricolore” della nostra Bandiera è più pulito. Splende di più. Si è liberato dal grigiore in cui l’avevano infangato alcuni cittadini italiani. I veri italiani non sono un popolo di ladri o puttanieri. È naturale che in una nazione vi siano delle minoranze di farabutti e degli avanzi di galera che, spesso, sopprimono i bisogni dei cittadini esemplari.



ORA L’ITALIA S’È DESTA ...



lo dimostrano gli ultimi tre eventi elettorali democratici. Finalmente l’Italia ha riscattato il proprio onore con un Nuovissimo Risorgimento Italiano". La spazzatura è ancora al potere: diamoci da fare con una scopa nuova.



Vigiliamo e non fidiamoci di nessuno.



Calogero





AUTORI OSPITI

Pioltello, Via George Bizet, Musicista

I GRANDI UOMINI

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PEPPINO IMPASTATO

Giuseppe Impastato è uno dei grandi eroi sacrificatosi per la dignità della Sicilia e per riscattare la dignità di ogni uomo degno di tale nome. Ha lottato contro la mafia di cui “il padre ne era componente”. La verde città di Pioltello gli ha dedicato uno dei suoi grandi giardini pubblici per bambini, in via George Bizet proprio davanti ai plessi delle scuole elementari e medie. Nel cippo che lo ricorda si può leggere una delle sue poesie sottoscritta.

Lunga è la notte

e senza tempo.

Il cielo gonfio di pioggia

non consente agli occhi

di vedere le stelle.

Non sarà il gelido vento

a riportare la luce

né il canto del gallo,

né il pianto di un bimbo.

Troppo lunga è la notte

senza tempo

infinita.

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Ai prepotenti d’Italia, “Poetica Onestà” ricorda che sono ad un passo dalla morte: fisica e morale.

Neanche i vermi potranno sopportare la loro anima puzzolente.

Calogero