9 maggio 2012

IL GRANDISSIMO SCRITTORE Leonardo Sciascia

I G R A N D I U O M I N I

LEONARDO SCIASCIA
Essendo delle  personalità famosissime alla redazione di “LA DISCUSSIONE” piace ricordare i GRANDI personaggi  con dati essenziali. L’approfondimento, gli interessati possono trovarlo con molta facilità sul web: basta scrivere su Google SALVATORE SCIASCIA  e cliccare su cerca.  Sciascia nasce a Racalmuto l’8 gennaio 1921 da Genoveffa Martorelli, casalinga, e da Pasquale, impiegato nelle zolfare. Viene allevato da due zie, di cui una maestra. Tra l’odore dello zolfo impara a odiare il Fascismo... e naturalmente Mussolini che chiama muso di porco. Cioè “mussu di puarcu”, come lo chiamava Totina la cameriera. Frequenta le scuole elementari a Racalmuto. Abbandonata l’idea di diventare sarto riprende gli studi ed incomincia a leggere tutti i libri di cui viene in possesso. Nel 1935 la famiglia si trasferisce a Caltanissetta e Leonardo si iscrive all’Istituto Magistrale “IX maggio” dove conosce il poeta Luca Pignato e Vann’Antò e soprattutto Vitaliano Brancati, che gli aprono nuovi spazi letterari. Il prof. Giuseppe Granata gli schiude le porte del mondo letterario d’oltre oceano facendogli quindi conoscere la verità sulla guerra di Spagna.
A Sciascia Caltanissetta gli sembra “una piccola Atene” per cui inciderà profondamente, in positivo, sulla sua formazione. Dal 1941 al 1948 lavora a Racalmuto all’UCSEA, ufficio per l’ammasso obbligatorio del grano, dell’orzo e dell’olio; qui impara a conoscere il mondo contadino. Nel 1943 conosce Maria Andronico, che sposerà nel 1944 a seguito di una fuitina. Cioè come si usa fare andarono a convivere per poi sposarsi. Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989 e le sue spoglie mortali riposano a Racalmuto.
Sulla sua tomba fece scrivere: “Ce ne ricorderemo, di questo pianeta.” 8 Maggio 2012                   
                                                                                  Calogero Di Giuseppe

VERSO LAMPEDUSA

V E R S O L A M P E D U S A

Calogero Di Giuseppe

Donare se stessi ... è questo che dovrebbero fare tutti i Poeti.

Soprattutto amare tutto e tutti. Non bisogna essere per forza santi... ma essere coerenti con la sensibilità della “espressione dell’anima”, chiamata Poesia.

Non si può essere poeti e infischiarsene del prossimo.

Migliaia di disperati scappano verso il mare per la Libertà e la trovano nei fondali del mare...

o prima ancora nell’arsura dei deserti.

Questo mi suggerisce la poesia della sensibile amica

Luisa Colnaghi.
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Arrivati alla spiaggia
lacerati nel corpo
con l'animo vuoto
sono sfuggiti alla tempesta
la lingua straniera
tradita nel ricordo
… fame, freddo
del tempo coloniale
scaldati al fuoco di Dio
dividiamo il nostro pane
Sanfrancesco ha donato
veste e mantello
ha parlato al lupo
.....
27 maggio 2011Luisa Colnaghi


L'ITALIA S'E' DESTA



L’ITALIA SE DESTA





DAL 13 Giugno scorso il “Tricolore” della nostra Bandiera è più pulito. Splende di più. Si è liberato dal grigiore in cui l’avevano infangato alcuni cittadini italiani. I veri italiani non sono un popolo di ladri o puttanieri. È naturale che in una nazione vi siano delle minoranze di farabutti e degli avanzi di galera che, spesso, sopprimono i bisogni dei cittadini esemplari.



ORA L’ITALIA S’È DESTA ...



lo dimostrano gli ultimi tre eventi elettorali democratici. Finalmente l’Italia ha riscattato il proprio onore con un Nuovissimo Risorgimento Italiano". La spazzatura è ancora al potere: diamoci da fare con una scopa nuova.



Vigiliamo e non fidiamoci di nessuno.



Calogero





AUTORI OSPITI

Pioltello, Via George Bizet, Musicista

I GRANDI UOMINI

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PEPPINO IMPASTATO

Giuseppe Impastato è uno dei grandi eroi sacrificatosi per la dignità della Sicilia e per riscattare la dignità di ogni uomo degno di tale nome. Ha lottato contro la mafia di cui “il padre ne era componente”. La verde città di Pioltello gli ha dedicato uno dei suoi grandi giardini pubblici per bambini, in via George Bizet proprio davanti ai plessi delle scuole elementari e medie. Nel cippo che lo ricorda si può leggere una delle sue poesie sottoscritta.

Lunga è la notte

e senza tempo.

Il cielo gonfio di pioggia

non consente agli occhi

di vedere le stelle.

Non sarà il gelido vento

a riportare la luce

né il canto del gallo,

né il pianto di un bimbo.

Troppo lunga è la notte

senza tempo

infinita.

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Ai prepotenti d’Italia, “Poetica Onestà” ricorda che sono ad un passo dalla morte: fisica e morale.

Neanche i vermi potranno sopportare la loro anima puzzolente.

Calogero