Parleremo anche, più avanti di un mio amico... Eroe famosissimo per aver lottato
contro la mafia più potente in Sicilia di allora.
MICHELE PANTALEONE
MAFFIA o MAFIA
Continua
I PERCHE’ DA UN MILIARDO DI EURO
CALOGERO DI GIUSEPPE
I L M A R C H I O
Le persone per bene che si sentono in regola con la società in cui vivono spesso, pur soffrendo, si adeguano…altri invece lottano pur sapendo che ciò che vogliono non si avvererà mai .
Tra queste persone, come una noiosa mosca, vi è il solito poeta che come il personaggio de
La metafora di quanto sopra sta nel fatto che ogni siciliano, ovunque vada nel nostro pianeta, porta il Marchio di “mafioso”, come le bestie portano quello del branco di appartenenza.
Di luoghi comuni simili ve ne sono tanti…anzi, innumerevoli, abbastanza da confondere chiunque: anche i cosiddetti intellettuali. Non esenti neanche i Rappresentanti Istituzionali, che spesso rimangono impigliati nelle reti di “cosa loro”.
Al poeta non rimane che lodare chi, nell’umiltà delle proprie mansioni, lotta con tutte le proprie forze per sconfiggere “l’utopia della prepotenza”.
Al cuore del poeta rimane il supplizio della propria sofferenza… nel vedere la sua bellissima Sicilia e i propri conterranei con il Marchio indelebile della mafiosità.
Bozze per un progetto sociale, dattiloscritto in proprio, proprietà dell’autore. Pioltello, Giugno 2006.
Calogero Di Giuseppe
S t a s i
(A Giuseppe Tomasi Di Lampedusa)
là dove la terra arde
al sorgere del sole.
9 Novembre 1967
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Calogero Di
Giuseppe
grugniva il verro
(Solo i morti
per lo statotessono un manto verde)
tra gli aranceti in fiore
un giorno…
un fetore infestò l'aria.
del pianeta terra.
nacque la scrofa
social-mafiosa.
odore nell'aria pestilente
di mafiosa sozzura.
grugniva il deputato
porco grande romano.
picciotti di scarsa fantasia
soggiogati nella melma
da cinghiali grandi.
un barlume.
(Gli eroi dello stato
tessono il verde sperato).
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Calogero Di Giuseppe
LA PIETRA DELLA SPERANZA
mi fanno pensare al parlamento
e le mani sporche…
e le mani pulite…
e tutti quei "vermi"
che brulicano in quel formicaio.
Ma da questo sasso
pietra eterna
che mi regge
ammiro l'orizzonte
poi volgo gli occhi al cielo
…guardo una nuvola trafitta
e illuminata
dai raggi della speranza.
Calogero Di Giuseppe
LA ZAGARA
'NSANGUNIATA
Bidduzza…
li sciuri di l'arangi
nsanguniati sunnu
cuamu li petri
di li cosi antichi. (1)
quantu voti t'haiu dittu t'amu.
oji ti scrivu 'sta littra
(falla leggiri a li carusi)
pi ntu telefunari:
li paroli nni la carta restanu
pu filu sinni vannu.
senza parlari d'amuri
ma di morti:
Li straggi ca ci sunnu,
nni la nostra terra
nun si puannu cuntari
cuamu li magistrati ammazzati
pi fari lu propriu duviri.
Oji mi chianci lu cori…
quantu muarti ca ci sunnu
na Sicilia bedda.
Oji mi chianci lu cori
e nenti ci puazzu fari:…
su cosi di cosa nostra
e cosi di tuttu lu munnu.
1) Come i monumenti, iresti millenari e le opere d’arte.
13 Agosto 1993
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Calogero Di Giuseppe
sono insanguinati
come le pietre
delle cose antiche. (1
quante volte ti ho detto t’amo.
Oggi ti scrivo questa lettera
(falla leggere ai figli)
per non telefonarti:
le parole nella carta restano
per telefono se ne vanno.
senza parlare d’amore
ma di morte.
Le stragi che ci sono,
nella nostra terra
non si possono contare
lo stesso i magistrati ammazzati
per aver fatto il loro dovere.
nella Sicilia bella.
sono cose di “cosa nostra”
e cose di tutto il mondo.
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Calogero Di Giuseppe
LA SIEPE DELLA MORTE
(A Michele
Pantaleone)Superbamente ti consumi al sole
e le tue coste cantano col vento
del mare azzurro, fragranti bellezze
color di paglia…e il verde spicca vivo
negli orti cinti d'oleandri in fiore.
Salve Trinacria!…porto d'emigranti
uccelli, terra di leggende antiche
e di città che sparse come semi,
offrono al mondo vecchie civiltà.
Sei come nave al vento in mezzo al mare,
di zagara profuma la tua terra
che fior di sposa, in petto sta a fanciulle (1
di veli cinte…brune come more.
Sei la mia terra e t'odio. t'odio e t'amo
di un amore contorto come ulivo
che bracci tende nel bel cielo azzurro,
fra sterpi e pietre vive abbarbicato.
Cupi nel cielo cirri van volando,
come fan falchi sulla loro preda;
siepi d'alloro mirto e oleandro
"spezzano" gli orti cingono poderi
dove in agguato l'uomo sta spiando.
Cantan gli uccelli…fa l'eco lo sparo:
pallida "rosa" e petali di piombo.
Acre l'odore sento dalla siepe
s'alzano cirri lentamente in cielo:
con l'anima del morto se ne vanno.
E due stivali van superbamente…
s'alza un berretto sulla fronte matta.
di fichi d'india son le siepi intorno,
spinose foglie…ed ogni foglia un morto;
s'alzano cirri lentamente in cielo
acre l'odore in alto se ne va.
Ed accanto nasceranno dei fiori
anch'essi avranno l'odore del piombo.
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Calogero Di Giuseppe
MORTE DI UN CRONISTA
Scriveva tanto
diceva tutto.
e il senso delle cose.
come può dentro un pilastro!
Dicembre 1995
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Calogero Di Giuseppe
EDIZIONE STRAORDINARIA
si sciolsero le ossa.
con le ali della paura
simbolo d'omertà.
9 Dicembre 1994
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Calogero Di Giuseppe
L'INCAPRETTAMENTO
(Uomo d'onore?)lascerebbe la preda.
Stretta sotto il mento
con un giro attorno al collo
e giù tra le mani
dietro la schiena
esegue l'incaprettamento
collegando i piedi.
e… spregiudicata.
9 Dicembre 1994
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Calogero Di Giuseppe
col laser dell' amore
un distico nel cuore
di rancorosa rima
e un sonetto nell'anima
per specchiarti l'errore .
1 Aprile 1997
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Calogero Di Giuseppe
I L M A R C H I O
ignaro della vita
col cuore straziato dalla stampa
col marchio di "terrone"
quasi a scusarmi
(col capo chino)
d'esser siculo
per un mafioso destino.
in quell'angolo stupendo
di terra assolata.
La mia gente si è svegliata
con orgoglio contrasta
la “società onorata”.
29 12 1994
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Calogero Di Giuseppe
AL DI Là DaLLA SIEPE
Al di là dalla siepeoh Giacomo mio… (1
dell'ultima speranza io ti parlo
trattengo il respiro…
e solo come Te sempre m'affanno
chiedendo al pastore
e alla silenziosa luna bianca
il perché delle cose.
microbi mortali?…
e del fenomeno mortale
della mafia
che sotterra
la sicula onestà.
1) Giacomo Leopardi
16 Febbraio 1995
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Calogero Di Giuseppe
B A S T A
Stramaledetto sia per sempre
quel giudice che chiude un occhio.
All'ultimo cerchio dell'inferno
dovrebbe perennemente stare.
spargendo sangue all'infinito
cambiando ai siculi destino.
avvilito
umiliato…
e piangere invano
più non sa.
AVVOLTOI SUL BELICE
di che gente è fatto questo mondo
prima che del Belice la valle
da te distrutta fosse…oh maligna.
Che t'ha fatto la povera gente?
e perché far tremare quella terra,
crollare case, ponti e dar lutto
con la ferita che non si serra.
Come sciacalli, su voi, affamati
si son scagliati speculatori
per slabbrarvi la rossa ferita,
facile preda…oh terremotati!…
Avvoltoi…brutto più della morte
avete il volto, tremendo è il volo
che plana su quest'umile gente
tessendo le trame più contorte.
Lo sapevi natura maligna
che di truffe ci vive il furfante…
e nello Stato la serpe s'alligna
lordo covo di gente strisciante.
Non dovevi spaccar le tue viscere
inghiottire le case
annullare paesi…
non dovevi cambiar quieto vivere.
Lo sapevi che nulla costruisce
"l'onorevole "avaro
il deputato "onesto":
lo sapevi in che modo finisce:
Si finisce tra marce baracche
dove goccciola l'acqua,
dove cuoce l'arsura
mangiando per pane umili bacche.
Dall' 1 al 12 Aprile 1976.
AL CARO ASSASSINO
(Il coro degli
angeli)E' bella la nostra terra
Assassino.
E' splendido il nostro cielo
Assassino.
E' blu tutto il nostro cielo
Assassino.
E' stellato il nostro cielo
Assassino.
E' chiara la luna piena
Assassino.
Profumano gli agrumeti
Assassino
Il mandorlo è fiorito
Assassino.
L'oleandro inonda l'aria
Assassino.
Il mare ondeggia
Assassino.
Ritorna la vela al porto
Assassino.
La famiglia gioisce
Assassino.
L'infinito è terso
Assassino.
Tutta la terra canta
Assassino.
Queste cose il cuore ama
Assassino
Hai ucciso tutto
Assassino
Tuona il cielo e trema la terra
Assassino.
Non erano "cose vostre"
Assassini.
Assassini…
M'avete lacerato il cuore
Assassini.
Assassini
Assassini
Assassiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
22 Novembre 1995
FINE
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