LA BUONA LETTURA
Come scrive l'amico poeta Dario Pericolosi nel suo blog calcioallapoesia.blogspot.com la Poesia non ci fa economicamente ricchi. però, aggiungo io, ci fa sereni, gioiosi e con la coscienza tranquilla.
Spesso soffriamo più degli altri per le ingiustizie che ci sono nel "Percosso Terreno" ma riusciamo a superare ogni scoglio.
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Essere poeta vuol dire camminare
FRA LAMIERE AGUZZE
e vivere da Uomo-Poeta.
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Premessa per una buona lettura.
Esporre un fragilissimo fiore, anche se grazioso, quale è la Poesia all’impeto della tramontana o quando ulula lo scirocco è cosa ardua. Questo fiore ha il gambo sottilissimo: basta un nonnulla per spezzarlo. Voglio affermare che è un fiore di serra, che il giardiniere non ha seminato né piantato e che ora per amore si diletta a coltivarlo. Al di là di ogni allegoria questa è la poesia pura, vale a dire quella ispirata. Quindi va letta in un determinato stato d’animo. Quando il letterato si sovrappone al poeta, cercando forme con “ismi” e associandosi a gruppi distinti con pretese avanguardistiche dando una via obbligata alla tematica, non potrà mai scrivere dei versi che contengano la Poesia pura.
Con questo sono ben lontano dall’affermare che il poeta non ha il dovere di rispettare le regole che fanno di una lingua l’espressione del pensiero. Se è difficile trovare nel letterato l’afflato poetico perché non sa staccarsi da schemi prefissi, dal tipo di metrica da adottare, dalla forma delle strofe, se fare le inversioni alla latina, ecc. ecc. è altrettanto difficile da decifrare per il lettore; rinunciando così a “capire “ e a trovare lo stato d’animo adatto per la lettura del componimento poetico.
Se la poesia non è “sofferta” o “goduta” secondo il messaggio dell’autore, questi non ha raggiunto lo scopo. Ma tante volte non è colpa dell’autore: molti leggono delle poesie con scarso interesse oppure pensando ad altro. Ecco perché a volte la poesia nasce “ TRA LAMIERE AGUZZE”. Ognuno di noi ha il dovere di non far arrugginire il gracile gambo, cioè di migliorare le relazioni e le condizioni sociali con amore senza guardare né colore né razza. Questa premessa per affermare che la semplicità delle parole, degli schemi, della forma dei versi sciolti, scritti soltanto se ispirati, possono avvicinare il componimento maggiormente alla Poesia, soprattutto se si tiene conto di una sincerità assoluta nella tematica portando il lettore ad un maggiore interesse.
Maggio 1974 Pioltello (MI) . Confermo quanto sopra anche oggi 5 Maggio 2013.
Calogero Di Giuseppe
Leggere il commento di Marco Poietti sulla pagina OSPITI su questa home in alto.
Raccolgo l’invito del poeta Calogero Di Giuseppe sul parlare della Poesia.
RispondiEliminaPenso che la poesia sia il tentativo più elevato dell’uso della parola ed anche il tentativo di scoprire il contenuto magico della parola.
C’è una frase emblematica nel Vangelo di Giovanni “in principio fu il verbo” e possiamo ritrovare questo concetto più volte ripetuto nei Veda. La parola è come se fosse il dono divino più elevato dato agli uomini. Anche chi non crede in un messaggio religioso, e si limita a considerare il processo evolutivo, non può esimersi dal considerare la parola come tappa fondamentale del genere umano, tramite la parola l’uomo comincia a comprendere l’altro uomo e riesce a fare ordine tra i suoi pensieri. Anche in grandi momenti di difficoltà ricorri alla parola per farti forza e senti che è nutriente quanto il pane. La poesia è volere trovare l’essenza della parola.
Sono d’accordo con la simbologia data da Calogero che la poesia nasce “Tra lamiere aguzze”, perché compito della parola è la ricerca verità e la poesia non può rinunciare alla ricerca della verità e la vera magia si realizza quando la parola poetica in qualche modo riesce a raggiungere altri esseri umani, a far sì che possano comprendersi e non distruggersi. Allora si può dire che il tentativo della parola è riuscito e il tentativo della poesia è riuscito.
Forse questa mia scarna trattazione può portare anche a negare la poesia stessa; potrebbe essere interpretata come un preferire la prosa e un preferire un linguaggio scientifico (o giuridico) meno esente da equivoci; ma non è così, perché il linguaggio scientifico non riesce a parlare al cuore degli uomini, li lascia nel coccio dei propri interessi o nel coccio di idee che sono diventati vecchi forzieri di convinzioni; la poesia, per la sua intima libertà, e per lo stare connessa al sentire più profondo dell’uomo è capace di scuoterlo dal torpore, e lo sveglia perché si serve dei suoni più profondi della parola. Il tentativo della poesia si può dire riuscito se le parole dicono il vero accompagnate dal suono. Ma il suono non deve essere un mero artificio a detrimento del vero come il vero non deve essere una trattazione senza suono. Un grande poeta come Ungaretti seppe dare in “Commiato” un denso e sintetico significato di poesia.
COMMIATO
Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
Grazie a Francesco Zaffuto per la sua analisi perché ha saputo capirmi da ottimo letterato e da "uomo vero". Un poeta deve comunicare
RispondiEliminasempre con l'Espressione dell'anima e con l'amore per i deboli.