I GRANDI POETI DIALETTALI ITALIANI
T R I L U S S A
“LA DISCUSSIONE” si propone di ricordare alcuni Poeti dialettali per
Valorizzare la loro poesia e i dialetti delle singole regioni. Non ci prolunghiamo ad esaminare le loro opere perché sono di facile consultazione. Vogliamo soltanto consigliare ai lettori di studiarli.
Trilussa è l’anagramma di Carlo Alberto Salustri. Il grandissimo Poeta è nato a Roma il 26 Ottobre 1871 ed è morto a Roma il 21 Dicembre 1950. Per i suoi meriti letterari è stato nominato senatore a vita proprio 20 giorni prima di morire: cioè l’1 Dicembre 1950. Personalmente leggo I SONETTI, LE STORIE, GIOEVE E LE BESTIE, una vecchia edizione della Mondadori del 1964. Da questa data spesso l’ho letto e lo rileggo da 52 anni. L’ironia bonaria, i temi trattati e la grande umanità che descrive con i suoi personaggi nelle favole e nel quotidiano di allora lo rendono grande non solo come Poeta ma anche come sociologo e filosofo.
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Ecco alcune brevi note:
Dopo un'infanzia poverissima (a tre anni era rimasto orfano del padre), compì studi irregolari ed esordì giovanissimo (1887), con poesiole romanesche, sul Rugantino di Luigi Zanazzo. Più tardi scrisse anche per il Don Chisciotte, il Capitan Fracassa, Il Messaggero e Il Travaso delle idee. Di carattere manierato, provinciale e madrigalesco è il primo volume di versi, Le Stelle de Roma (1889) che si attirò gli strali di Filippo Chiappini, vecchio amico di famiglia e poeta romanesco di un certo valore; poi la sua vena, prevalentemente satirica, andò via via affinandosi, trovando la misura più congeniale nel bozzetto di costume e nella favola moraleggiante di ascendenza esopiana: Quaranta sonetti (1895), Favole romanesche (1900), Caffè concerto (1901), Er serrajo (1903), Ommini e bestie (1908), Le storie (1913), Lupi e agnelli (1919), Le cose (1922), La gente (1927) e molte altre, tra le quali la famosa La vispa Teresa del 1917 continuazione ironica della celeberrima La farfalletta del milanese Luigi Sailer. Per saperne di più basta cercarlo in internet.
Calogero Di Giuseppe
La politica
Ner modo de pensà c'è un gran divario:
mi' padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so' monarchico, ar contrario
de Ludovico ch'è repubbricano.
Prima de cena liticamo spesso
pe' via de 'sti principî benedetti:
chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso!
Famo l'ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so' cotti li spaghetti
semo tutti d'accordo ner programma.
Trilussa
Er Somaro e el Leone
Un Somaro diceva: - Anticamente,
quanno nun c'era la democrazzia,
la classe nostra nun valeva gnente.
Mi' nonno, infatti, per avé raggione
se coprì co' la pelle d'un Leone
e fu trattato rispettosamente.
- So' cambiati li tempi, amico caro:
- fece el Leone - ormai la pelle mia
nun serve più nemmeno da riparo.
Oggi, purtroppo, ho perso l'infruenza,
e ogni tanto so' io che pe' prudenza
me copro co' la pelle de somaro!
Trilussa
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